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La presenza delle suore Pie Operaie di San Giuseppe in San Giovanni Rotondo si attuò per espresso volere di Padre Pio. Egli era preoccupato per la carenza, nella sua zona, di strutture di accoglienza, per cui, a volte, i pellegrini erano costretti a trascorrere la notte sotto gli alberi. Questa situazione critica indusse il Padre a chiedere alle suore, già strette collaboratrici dei Cappuccini, di costruire un pensionato a San Giovanni Rotondo. Nella relazione della Generale Madre Marta Lombardi leggiamo che, verso la fine degli anni '40 e gli inizi degli anni '50, Padre Pio chiese a suor Aurora Cecioni, sua figlia spirituale e superiora della casa di Foggia, di adoperarsi per portare le Pie Operaie di San Giuseppe a San Giovanni Rotondo onde organizzare un'accoglienza confortevole ai pellegrini che incominciavano ad accorrere sempre più numerosi.
Suor Aurora, dopo essersi consultata con la Fondatrice Madre Maria Agnese Tribbioli, concordò con il Padre la costruzione di una struttura idonea in San Giovanni Rotondo.

Padre Pio incaricò padre Ignazio, a quel tempo economo del convento dei Cappuccini, di aiutare le suore nella realizzazione dell'opera ed egli reperì una piccola struttura in località Patariello, " ... di proprietà di una signorina dell'Argentina, che aveva in mente di fare un'opera propria, ma che per diversi motivi non fu permessa, ed essa la cedette alle suore per nove milioni di lire, che furono dati in più volte ... ". Terminata la costruzione, il19 marzo 1952, festa di san Giuseppe, patrono della congregazione, Padre Pio scese dal convento per benedire i locali, alla presenza della Fondatrice, Madre Tribbioli, di Madre Aurora e di un gruppo di suore, convenute a San Giovanni Rotondo per l'occasione. A testimonianza di tale evento, oltre al racconto orale delle suore tuttora viventi, vi sono le fotografie che ritraggono Padre Pio nei vari momenti della benedizione della casa. Inoltre il Padre contribuì al tono festoso della circostanza intrattenendosi familiarmente con tutti e facendo onore al rinfresco preparato per l'evento.

Il rapporto tra Padre Pio e la congregazione delle Pie Operaie di San Giuseppe non si esaurì con la costruzione e l'avvio dell'attività del pensionato, ma si protrasse nel tempo, fino al giorno della sua morte. Infatti i rapporti tra le suore e il Padre furono quotidiani, la Fondatrice lo incontrava ogni qualvolta veniva a San Giovanni Rotondo. Anche un buon numero di suore della congregazione erano sue figlie spirituali, tra cui la già ricordata Madre Aurora, prima superiora generale della congregazione dopo la Fondatrice. Ella si consigliava con lui in tutto e seguiva alla lettera i suoi consigli, per cui possiamo ben dire che Padre Pio fu consigliere e protettore della congregazione. Verso la metà degli anni '60, quando la casa del Conventino era divenuta insufficiente per l'accoglienza dei pellegrini e il Padre era ormai vicino alla dipartita da questa terra, egli volle fare un altro regalo alla congregazione delle Pie Operaie. Una signora, che risiedeva a Pescara, aveva offerto a Padre Pio il terreno dove sorge l'attuale struttura Casa San Giuseppe sita in viale Cappuccini, affinché lo vendesse e utilizzasse il ricavato per l'ampliamento della clinica. Il Padre la invitò ad andare dalle suore per concordare la vendita; così fu stipulato il compromesso che, negli anni a venire, si trasformò in una donazione.

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